La psicologia delle folle (Parigi 1895)
Gustave Le
Bon
La folla è sempre dominata dall’inconscio. Sparizione della
vita cerebrale e predominio della vita midollare. Abbassamento
dell’intelligenza...
Capitolo 1 (Caratteristiche generali delle folle)
In certe ore della storia, una mezza dozzina di uomini possono costituire una folla psicologica, mentre centinaia di individui riuniti accidentalmente potranno non costituirla... Il fatto più saliente manifestato da una folla psicologica é il seguente: quali si siano gli individui che la compongono, simile o dissimile sia il loro genere di vita, le loro occupazioni, il loro carattere o la loro intelligenza, il solo fatto che essi sono trasformati in folla, li fa partecipi di un'anima collettiva. Quest'anima li fa sentire, pensare e agire in un modo completamente diverso da come sentirebbero, penserebbero e opererebbero isolatamente... Contrariamente a un'opinione, che con stupore si nota in un filosofo così acuto come Erberto Spencer, nell'aggregato che costituisce una folla, non esiste somma o media di elementi, ma combinazione e creazione di nuovi caratteri, come nei fenomeni chimici... Tra un celebre matematico e il suo calzolaio può esistere un abisso sotto il rapporto intellettuale, ma dal punto di vista del carattere e delle credenze la differenza é spesso nulla o lievissima... Questa comunanza delle qualità consuete ci spiega perché le folle non saprebbero compiere atti che esigano un'intelligenza elevata... Le folle accumulano non l'intelligenza, ma la mediocrità.
Diverse cause determinano l'apparizione dei caratteri
particolari alle folle. La prima consiste nel conferire agli individui di una
folla, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile che
permette loro di cedere agli istinti, che individui isolati avrebbero saputo
frenare. L'individuo cederà tanto più volontieri inquantoché nella folla,
essendo essa anonima, e di conseguenza irresponsabile, il sentimento della
responsabilità che sempre trattiene gli individui, scompare completamente.
Una seconda causa, il contagio mentale, interviene
ugualmente per determinare nelle folle la manifestazione di caratteri speciali
e nello stesso tempo il loro orientamento. Il contagio é un fenomeno facile a
constatarsi, ma non ancora spiegato, e che bisogna ricollegare ai fenomeni di
ordine ipnotico che noi fra poco studieremo. In una folla, ogni sentimento,
ogni atto é contagioso, e contagioso a tal punto che l'individuo sacrifica il
suo interesse personale all'interesse collettivo. E questa un'attitudine
contraria alla sua natura, e di cui l'uomo non diventa affatto capace se non
allorquando fa parte di una folla.
Una terza causa, e assai più importante, determina negli
individui in folla dei caratteri speciali a volte intensamente opposti a quelli
dell'individuo isolato. Voglio dire della suggestionabilità, il cui contagio,
sopra menzionato, non é del resto che un effetto... Le unità di una folla che
posseggono una personalità abbastanza forte per resistere alla suggestione,
sono in numero troppo esiguo e la corrente le trascina.
Dunque, annullamento
della personalità cosciente,
predominio della
personalità incosciente,
orientamento per via
della suggestione e di contagio dei sentimenti e delle idee in un medesimo
senso,
tendenza a trasformare
immediatamente in atti le idee suggerite:
tali sono i principali caratteri dell'individuo nella folla.
Egli non é più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria
volontà. Per il solo fatto di far parte di una folla, l'uomo discende di
parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo
colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro. Egli ha la
spontaneità, la violenza, la ferocia e anche gli entusiasmi e gli eroismi degli
esseri primitivi. Si fa simile ad essi anche per la sua facilità a lasciarsi
impressionare da parole, immagini, e guidare ad atti che ledono i suoi
interessi più evidenti. L'individuo della folla é un granello di sabbia in
mezzo ad altri granelli di sabbia che il vento solleva a suo capriccio.
Capitolo 2 (Sentimenti e moralità delle folle)
La folla non é soltanto impulsiva e mutevole. Come il
selvaggio, essa non ammette ostacolo tra il suo desiderio e l'avverarsi di
questo desiderio, e tanto meno quando il numero le dà il sentimento di una
potenza irresistibile... la folla non può che essere d'una credulità eccessiva.
Per essa non esiste l'inverosimile, e bisogna ricordarselo per capire la
facilità con la quale si creano e si propagano le leggende e i racconti più
stravaganti...
I sentimenti, buoni o cattivi, manifestati da una folla, presentano questo duplice carattere : di essere semplicissimi e assai esagerati... La supposizione si trasforma senz'altro in evidenza indiscutibile. Un principio di antipatia e di disapprovazione, che nell'individuo isolato rimarrebbe poco accentuato, diventa subito un odio feroce nell'individuo della folla... Anche la violenza dei sentimenti delle folle é esagerata, specie nelle folle miste, per l'assenza di responsabilità. La certezza dell'impunità, tanto più forte quanto più la folla é numerosa, e la nozione di un potere momentaneo considerevole dovuto al numero, rendono possibili alla collettività dei sentimenti e degli atti impossibili all'individuo isolato... Non essendo la folla impressionata che da sentimenti eccessivi, l'oratore che vuole sedurla deve abusare delle affermazioni violente. Esagerare, affermare, ripetere, e non mai tentare di nulla dimostrare con un ragionamento, sono i procedimenti di argomentazione familiari agli oratori di riunioni popolari...
La folla, non avendo nessun dubbio su ciò che per lei é
verità o errore, e avendo d'altra parte la nozione chiara della propria forza,
é autoritaria quanto intollerante. L'individuo può accettare la contraddizione
e la discussione, ma la folla non le ammette mai... Le folle rispettano la
forza e sono mediocremente impressionate dalla bontà, che é facilmente
considerata come una forma di debolezza. Le loro simpatie non sono mai state
per i padroni miti, bensì per i tiranni, che le hanno dominate con energia... Se
esse volentieri calpestano il despota detronizzato, si é perché avendo questi
perduto la sua forza, rientra nella categoria dei deboli che si disprezzano e
non si temono. Il tipo dell'eroe caro alle folle avrà sempre la struttura di un
Cesare.
Capitolo 3 (Le idee delle folle)
Si possono dividere in due classi. In una metteremo le idee accidentali e passeggere nate
sotto l'influenza momentanea; il fanatismo per un individuo o una dottrina, per
esempio. Nell'altra metteremo le idee fondamentali
che, dato il modo come si ricevono, - l'eredità - sono molto stabili : come le
idee religiose un tempo, e le idee democratiche e sociali oggi... Qualunque
siano le idee suggerite alle folle, esse non possono diventare dominanti che
alla condizione di rivestire una forma semplicissima e di essere rappresentate
nel loro spirito sotto l'aspetto di un'immagine...
Se assai tempo occorre alle idee per stabilirsi nell'anima
delle folle, un tempo non meno considerevole é necessario per uscirne. Di modo
che le folle sono sempre, dal punto di vista delle idee, in ritardo di
parecchie generazioni rispetto ai sapienti e ai filosofi...
I ragionamenti inferiori delle folle sono, come i
ragionamenti elevati, basati su associazioni: ma le idee associate delle folle
non hanno tra di loro che legami apparenti di rassomiglianza e di
successione... quelle (le associazioni di idee) dell'operaio che, sfruttato da
un padrone, ne conclude che tutti i padroni sono sfruttatori.
Dunque non sono i fatti in sé che colpiscono l'immaginazione
popolare, bensì il modo come si presentano. Questi fatti devono condensarsi, se
posso esprimermi così, in modo da produrre un'immagine impressionante che
occupi e opprima lo spirito. Conoscere l'arte di impressionare l'immaginazione
delle folle, vuol dire conoscere l'arte di governarle.
Capitolo 4 (Forme religiose assunte dalle convinzioni delle folle)
Abbiamo visto che le folle non ragionano... Abbiamo visto
inoltre che le folle conoscono soltanto i sentimenti violenti ed estremi. In
loro la simpatia diventa presto adorazione, e l'antipatia appena nata si
trasforma in odio.
Questo sentimento ha delle caratteristiche semplicissime:
adorazione di un essere ritenuto superiore, timore del potere che gli si
attribuisce, sottomissione cieca ai suoi comandi, impossibilità di discutere i
suoi dogmi, desiderio di divulgarli, tendenza a considerare come nemici tutti
quelli che rifiutano di accettarli.
Le folle rivestono dello stesso potere misterioso la formula
politica o il capo vittorioso che le affascina momentaneamente. Non si é
religiosi soltanto quando si adora una divinità, ma anche quando si mettono
tutte le risorse dei proprio spirito, tutte le sottomissioni della volontà,
tutti gli ardori del fanatismo, al servizio d'una causa o d'un uomo... Le
convinzioni delle folle hanno quei caratteri di sottomissione cieca, di
intolleranza feroce, di bisogno di propaganda violenta inerenti al sentimento
religioso; si può quindi dire che tutte le loro credenze hanno una forma
religiosa. L'eroe acclamato dalla folla é, per essa, un vero dio.
Fattori remoti delle credenze delle opinioni delle folle
L’istruzione e l’educazione
In prima fila, tra le idee dominanti ai nostri tempi, si
trova questa : l'istruzione ha per risultato sicuro di migliorare gli uomini e
di renderli uguali... Molti filosofi eminenti, Erberto Spencer specialmente,
faticarono poco a dimostrare che l'istruzione non rende l'uomo né più morale né
più felice, che non cambia i suoi istinti e le sue passioni ereditarie e, se
mal diretta, può diventare dannosa invece di utile. Le statistiche hanno
confermato questa asserzione rilevandoci che la criminalità aumenta con la
generalizzazione dell'istruzione, e che i peggiori nemici della società sono
molto spesso dei laureati... Il primo pericolo di questa educazione - molto
giustamente qualificata latina - é di basarsi su un errore psicologico
fondamentale: credere che l'imparare a memoria dei manuali, sviluppi
l'intelligenza. Quindi si cerca d'imparare il più possibile; e dalla scuola
elementare all'università, il giovanetto non fa che impinzarsi del contenuto
dei libri, senza esercitare mai il suo giudizio e la sua iniziativa.
L'istruzione, per lui, consiste nel recitare e obbedire... Se questa educazione
fosse soltanto inutile, ci si potrebbe limitare a compiangere disgraziati
fanciulli ai quali si preferisce insegnare, invece di tante cose necessarie, la
genealogia dei figli di Clotario, le lotte della Néustria e dell'Austrasia, o
delle classificazioni zoologiche... L'acquisizione di conoscenze inutilizzabili
é un sicuro mezzo per trasformare l'uomo in ribelle.
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