Lavoro a cura di Andrea Zanini e Margherita Venturini della classe I^LC del Liceo Scientifico "A. Vallisneri" di Lucca, novembre 2016
Il romanzo di Tillie
Titolo originale: Tillie’s Punctured Romance
Produzione: Keystone, USA 1914
Regia: Mack Sennett
Sceneggiatura: Mack Sennett, tratta dalla commedia “Tillie’s
Nightmare”
Interpreti: Marie Dressler (Tillie), Charles Chaplin,
Mabel Normand (Mabel), Mack Swain (il padre di Tillie)
Durata: 38’ (6000 piedi)
Riassunto della trama:
Tillie è una giovane ma non avvenente ragazza di
campagna, che incontra casualmente un vagabondo (Charlie Chaplin, non ancora
nella sua maschera di Charlot). Questi si accorge che il padre di lei è molto ricco e
per interesse inizia a corteggiare la ragazza.
Il vagabondo convince Tillie, maltrattata dal padre, a
fuggire con lui portandosi dietro i soldi del padre. Arrivati in città, i due incontrano la vecchia
fidanzata che il vagabondo aveva precedentemente abbandonato.
Il vagabondo raggira la povera Tillie, facendola
ubriacare e rubandole i soldi, fuggendo poi con il malloppo in compagnia della
sua vecchia ragazza.
Tillie ubriaca viene incarcerata, ma subito liberata
quando si scopre che è nipote di un multimiliardario. Nel frattempo il vagabondo ha speso i soldi rubati in
abbigliamento e, con la propria ragazza, appaiono formare ora una tipica coppia
ricco borghese.
Nel frattempo Tillie trova un lavoro come cameriera in
un ristorante.
Lo zio di Tillie, disperso su un
ghiacciaio, scompare e viene dato per morto; quindi la sua eredità passa alla
nipote Tillie. Charlie venendo a sapere dell’eredità lascia la sua morosa per
sposarsi con la ricca Tillie. Dopo essersi sposato arriva la notizia che lo zio non
è morto, quindi Tillie perde l’eredità e Charlie la lascia per tornare a
vivere da solo. La rabbia di Tillie però non si fa attendere; la non più ricca
ereditiera insegue il vagabondo e la ritrovata fidanzata per consumare la
propria vendetta.
Alla fine il vagabondo viene abbandonato da entrambe le
ragazze.
Rassegna stampa:
Il romanzo di Tillie, presentato tre settimane prima,
è invece l’ultimo film in cui Chaplin sarebbe apparso sotto la direzione di un
altro regista (eccettuate alcune brevi apparizioni straordinarie negli anni
venti), il primo e l’ultimo il cui interpreta il ruolo di spalla per un’altra
star: forse per questo motivo nella sua biografia liquida con poche parole il
film, che pure doveva essere il suo primo lungometraggio e una tappa
fondamentale nella crescita della sua popolarità. “è stato piacevole lavorare
con Marie (Dressler), ma il film, mi pare, non era gran che, e fui ben felice
di ritornare a dirigermi da solo”.
Primo lungometraggio comico nella storia del cinema (precedentemente
nessuna comica, in nessun paese del Mondo, aveva superato un terzo dei 90 minuti di proiezione, equivalenti a sei
rulli), il romanzo di Tillie può essere stato suggerito a Sennet dall’ambizione
di rivaleggiare con il suo partner alla Triangle. (da “Chaplin” di David Robinson)
Commento finale:
In una fase ancora embrionale nella formazione del
personaggio di Charlot, Chaplin, qui diretto da Sennett, è ancora imbracato
(come nelle ultime inquadrature) in sceneggiature e storie che non sono
completamente sue. L'inseguimento finale, a tratti confuso, è di chiara matrice
sennettiana. E’ interessante, semmai, la tratteggiatura del personaggio del
vagabondo che qui è chiaramente un imbroglione sciupafemmine. Il cinismo del
vagabondo si ritroverà in Monsieur
Verdoux dove la misoginia chapliniana raggiungerà le vette più alte. La
punizione finale del vagabondo (condotto via dai poliziotti mentre le due donne
raggirate sembrano aver trovato una comune solidarietà) ricompone l’happy end
nella direzione classica del malfattore punito (e della vittoria dell’eroina);
resta però il personaggio chapliniano nella galleria degli Charlot più perfidi
e arrivisti che possiamo ricordare. (Pier Dario Marzi)
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